Gli abusi dei coloni israeliani si strutturano in varie maniere e in diverse gradazioni.
All’inizio cominciano a sabotare i pannelli solari e le cisterne dell’acqua.
Vengono distrutte le infrastrutture in modo che i palestinesi vadano poi a chiedere al governo israeliano l’autorizzazione per poterle ricostruire.
Ma il governo concede solo l’1% delle autorizzazioni richieste. Le autorizzazioni non concesse prevedono l’ordine di demolizione delle infrastutture danneggiate dai sabotaggi.
Così intere comunità dei diversi villaggi vengono rasi al suolo.
Il numero delle autorizzazioni negate e la distruzione dei villaggi palestinesi sono aumentati a dismisura negli anni, non solo dal 7 ottobre, e precisamente da quando si è insediato l’ultimo governo, quello di Netanyahu.
Gli esponendi principali più violenti di questo governo sono due elementi dell’ultra destra religiosa che sono Ben Gvir e Bezalel Smotrich, rispettivamente ministro della sicurezza nazionale e ministro delle finanze.
I due ministri sono essi stessi dei coloni e vivono nelle case facenti parte di quelle costruzioni create con l’insediamento d’occupazione.
Questi insediamenti sono delle vere e proprie città fornite di tutto ma sono in posti dove non dovrebbero esistere così come stabilito dal diritto internazionale.
Essi sono sparpagliati, non hanno un’unità territoriale nei territori palestinesi, per cui sono collegati tra loro attraverso strade ed autostrade che i palestinesi non possono percorrere.
In pratica il territorio palestinese è stato trasformato dal governo israeliano in una gruviera con in mezzo i coloni ebrei.