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Il Popolo d'Italia

Fondato nel 1914 da Benito Mussolini

La scalata del monte Sion – 6a parte.

DiDirezione

Gen 12, 2024

SESTA PARTE

Siamo nel 1996, un anno importante per due fattori. Il primo:

Per far luce su questo punto è necessario analizzarlo nel contesto americano perché è innegabile che l’orientamento degli Stati Uniti nei confronti di Israele e della crisi in Medio Oriente sia ciò che fissa le coordinate per tutti gli altri governi occidentali.

Un altra premessa, le note teorie del complotto giudaico-massone secondo cui ci sarebbero delle lobby in generale, ed ebraiche in particolare, che manovrerebbero il mondo attraverso dei poteri occulti sono delle sciocchezze che provocano più danno che beneficio.

Provocano danno perché distolgono l’opinione pubblica dalla reale importanza che le lobby israeliane rivestono negli Stati Uniti d’America.

AIPAC, AMERICAN PUBLIC AFFAIRS COMMITEE, ZOA, ZIONIST ORGANIZATION OF AMERICA, AFSI, AMERICAN FOR A SAVE ISRAEL, CPAMJO, CONFERENCE OF PRESIDENTS OF MAJOR AMERICAN JEWISH ORGANIZATION, INEP, INSTITUTE FOR NEAR EAST POLICY, JDL, JEWISH DEFENSE LEAGUE sonon gli acronimi e i nomi di alcune delle lobby che a noi risultano pressochè sconosciute ma nei corridoi del congresso americano possono creare dei seri grattacapi a senatori e deputati indistintamente.

Edward Said, professore della Columbia University è uno degli intellettuali più stimati del XX secolo, riferisce che questo fronte compatto “può distruggere una carriera politica staccando un assegno”.

Edward Said

I metodi di questi gruppi di pressione pro Israele sono stupefacenti e la loro opera di vigilanza si estende ben oltre i due rami del parlamento americano. Si va dalla piccola radio di provincia ai grandi network, si va dal giornalino del Berkeley al New York Times, nulla gli sfugge e nessuno ne esce indenne.

Dopo queste premesse si può parlare del primo fattore che gioca un ruolo importante nel nostro anno di riferimento: il 1996.

Un gruppo di studio guidato dal neoconservatore americano ed ebreo Richard Perle redige un rapporto destinato al primo ministro di Israele. Il rapporto spiegava un approccio per risolvere i problemi di sicurezza di Israele in Medio Oriente con un’enfasi sui valori occidentali.

Il neoconservatore americano ed ebreo Richard Perle

Oltre a Perle collaborarono al documento i seguenti nomi:

Douglas Feith, Paul WolfoWitz, Elliot Abrams, e tutti alla successiva realizzazione del piano descritto nel rapporto raggiunsero i veritici del potere a Washington trainati dalla carovana Bush e francamente si fatica a credere alle coincidenze.

Il documento era riservato al primo ministro di Israele eppure fu mantenuto un lessico al limite dell’elementare, che tuttavia penetra e rimane fissato nella memoria.

In questo rapporto si parla specificatamente del destino dei palestinesi.


SETTIMA PARTE

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