L’aborto come strumento per il progetto di sostuzione etnica
L’aborto dovrebbe essere un crimine contro l’Umanità ma, in realtà, è un crimine unicamente occidentale.
Difatti, mentre in Occidente si promuove il culto dell’aborto, nei paesi africani, asiatici ed arabi nascono milioni di bambini.
Si calcola che entro il 2030 (praticamente domani!) oltre il 40% della popolazione giovanile mondiale sarà africana e nel 2050 l’Africa rappresenterà più del 25% della popolazione globale, con un incremento fino a 2,1 miliardi di nuovi nati.
Nel continente africano, il tasso di fecondità e di 4,6 figli per donna (in Nigeria è addirittura del 7,1).
In Europa il tasso è del 1,54 per donna mentre in Italia è ancora minore: 1,24.
Anche l’aborto, quindi, serve a compiere quella sostituzione etnica che è ormai in atto da decenni.
Ma le femministe pensano solo al loro utero, come se l’emancipazione della donna non può che passare obbligatoriamente dall’aborto e non da una cultura preventiva.
Ancor peggio lse si parla di cultura demografica, scattano immediate le manette ideologiche, perchè se solo ci si azzarda a programmare un aumento demografico si è subito tacciati per nostalgici e fascisti.
Probabilmente la sinistra pensa che sua possibile far sopravviere il proprio ideale senza la presenza dell’Essere Umano, oppure crede di poter portare avanti i propri valori sulle gambe degli africani e degli arabi.
Prima che si estingua l’Occidente per la forte denatalità esistente e per le politiche propagandiste che vorrebbero portare, da una parte l’azzeramento delle nascite e, dall’altra, l’importazione dei figli “degli altri”, sarebbe opportuno che si estinguesse la sinistra tutta, dal primo all’ultimo senza alcuna eccezione e senza nessu rimorso.
Difficilmente vi sarà qualcuno che rimpiangerà quel veleno ideologico.