L’eredità lasciata dai comunisti del passato si è persa nei decenni trascorsi dopo la fine della seconda querra mondiale. La trasformazione che ne è seguita ha creato una mostruosità che rispecchia solo gli interessi di una elite minoritaria agguerrita e avida, capace di sfuttare chiunque e qualunque situazione storica e sociale.
Non c’era bisogno di avere ulteriori prove, ma continuano ad arrivarne benchè la situazione sia ormai più che chiara.
La sinistra, da decenni, porta avanti una politica privata, con idee, programmi, progetti e visioni del mondo solo ed unicamente diretti a favore del proprio interesse politico, disinteressandosi totalmente dell’approvazione o meno del popolo da cui trae i moviti per la sua presenza politica lautamente pagata.
Ogni singolo individuo appartenente a qualsiasi movimento o partito di sinistra, compresi coloro che sono legati ad essa da alleanze e patti, segue un solo obiettivo, avallare ogni iniziativa voluta dalla centralità politica della sinistra ripercorrendo i dettami di Lenin il quale asseriva che “la verità è solo quella che fa bene al partito.”
La sinistra di oggi, molto annacquata rispetto a quella di ieri a causa dalle infiltrazioni bancarie e finanziarie, ha seguito tale dettame e, pertanto, oggi segue la sua verità, ovvero i propri interessi economici.
E lo fa passando su chiunque si mette tra essa e la meta che si è prefissata, anche sui loro stessi compagni.
Difatti, quando questi, accorgendosi della malafede del partito, denunciano la nomenclatura dirigenziale di non fare gli interessi del popolo ma i propri, vengono bollati come eretici e scomunicati dalle segreterie dei vari partiti rossi.
Essere di sinistra adesso, non vuol dire più essere comunisti, proletari, difensori dei diritti degli oppressi o delle classi più deboli, ma vuol dire essere dalla parte di chi strumentalizza i concetti di ieri per il proprio tornaconto politico ed economico di oggi.
Ecco cosa è la sinistra del terzo millennio, un’accozzaglia di arroganti e presuntuosi vampiri che sfrutta la debolezza delle persone del pianeta ed i momenti storici più problematici per accaparrare potere politico e miliardari vantaggi economici.
Qualcuno potrebbe obiettare che anche gli altri partiti e movimenti seguono la stessa strada, ed è vero.
Ma almeno non portano il fardello dell’aggravante sociale e politico nato nel 1917, ovvero di quel momento storico in cui Lenin, con la sua rivoluzione di Ottobre, creò quel comunismo russo che, a parole, avrebbe dovuto internazionalizzare il mondo e dividere i beni esistenti in parti eque tra tutti gli abitanti della terra.
Nel terzo millennio l’internazionale di sinistra si è dissolta nell’Unione Europea ed i dividendi sono stati dirottati verso le segreterie ed i fedeli dei vari partiti e movimenti di quell’ideologia.
Nel frattempo, i militanti del popolo, cioè quelli che non si sono ancora resi conto della trasformazione mostruosa che ha subito il loro ideale politico, poveri erano e poveri sono rimasti.
Portano ancora con se il loro bagaglio di problemi legati al lavoro, alla disoccupazione, agli stipendi mai rivisti, il costo del denaro sempre piu esoso ed il sempre più faticoso tentativo di unire il pranzo con la cena.
E davanti a tutto questo, i suddetti militanti rimasti ai tempi di Berlinguer, (che già era un compagno con possedimenti agricoli ed immobiliari milioniari in Sardegna) vengono sbeffeggiati dalle armocromiste miliardarie che ballano allegramente sui carri circensi del gaypride o sui palchi di noti produttori di rumore assordante, dalle prese di posizione di sindacati che sono diventati culo e camicia con i cossiddetti “padroni” di staliniana memoria, dalle bizzarie di fanatiche sostenitrici del “la” al posto del “il”, e da tutta una serie di saltimbanchi improvvisati, prestati alla politica, preposti a fare polvere, affinchè coloro che ancora credono in una sinistra proletaria e unificatrice non vedano il vero volto della sinistra attuale.
Quando quei compagni si saranno svegliati e si accorgeranno cosa è diventata la sinistra, potrebbe pure accadere una sorta di rivoluzione politica che darà lustro a qualcuno dello stampo di Rizzo, forse l’unico comunista ancora rimasto in vita, che combatte ancora con lo stesso ardore, passione e credo con cui combattè quel famoso soldato giapponese rimasto da solo, su un isola del pacifico.