TERZA PARTE
Lo stato di Israele nasce nel 1948. L’anno successivo nascerà Benjamin “bibi” Netanyhau, che vivrà i primi 9 anni della sua vita in una delle poche case private di Gerusalemme e non nei kibuz, dove vivono migliaia di israeliani, ovvero delle comunità collettive di stampo socialista.
Nel 1956 Israele, Francia ed Inghilterra decidono di occupare il canale di Suez e la famiglia Netanyahu si trasferisce negli Stati Uniti. Lì studierà all’Mit di Boston e assorbirà la cultura americana tanto che a sentirlo parlare oggi sembra un vero e proprio madrelingua.
Qui la sua formazione viene influenzata dalla politica liberista e dall’assioma “pace attraverso la forza” propagandata dai repubblicani da Reagan in avanti con la convinzione che gli arabi non saranno mai democratici, che faranno sempre la guerra e che, quindi, vanno dominati.
Arriva il 1967, gli israeliani, dopo mesi di escalation scatenano un conflitto lampo con i propri vicini arabi che vincono nel giro di 6 giorni. Benjamin ha solo diciott’anni ma l’evento lo convince ad arruolarsi nelle forze speciali israeliane.
Israele conquista militarmente il Sinai, la Cisgiordania ,la Striscia di Gaza, le alture del Golan e Gerusalemme Est.
il 22 novembre del 1967 l’ONU ingiunge ad Israele la risoluzione numero 242 in cui ordina il ritiro militare di Israele dai territori occupati, che tutti gli stati si riconoscano come sovrani e che si trovi una soluzione giusta per i rifugiati palestinesi. Israele accetterà solo 3 anni più tardi, senza mai evacuare i territori.
Nel 1973 Benjamin prenderà parte alla controffensiva israliana contro Egitto e Siria nella guerra dello Yom Kippur. Benjamin Netanyahu si trova sul canale di Suez, in mezzo al fuoco nemico, vede i compagni cadere di fronte a lui, così decide di salvarsi buttandosi in acqua ma ha troppi chili di attrezzatura addosos e comincia ad andare a fondo.
Non ha scampo, praticamente è morto. La mano di un suo compagno, però, lo afferra e lo trascina a terra sano e salvo, così come Israele, che respingerà l’Egitto e la Siria grazie ad un massiccio intervento americano.
Dopo quell’esperienza torna a studiare nelg Stati Uniti e chiede che a sostituirlo nelle forze speciali sia suo fratello maggiore Jonathan, detto “Joni”, che ben presto diventerà il comandante dell’unità speciale e verrà coinvolto in una delle operazioni più clamorose della storia d’Israele: nome in codice “Operazione fulmine”.
E’ il 27 giugno del 1976, un aereo civile proveniente da Tel Aviv sta decollando da Atene e deve arggiungere Parigi. I 4 dirottatori a bordo, due palestinesi del ‘Fronte per la liberazione popolare della Palestina’ e due tedeschi delle cellule rivoluzionarie costringono l’aereo ad atterrare in Uganda. Trattengono 105 passeggeri israeliani ed ebrei chiedendo da Israele un riscattto di 5 milioni di dollari e la liberazione dei guerriglieri palestinesi.
Il governo non ci sta e decide di impiegare le forze speciali. L’operazione permette di salvare gli ostaggi e ci saranno quattro vittime, 3 civili ed un solo militare. Quel militare è Joni Netanyhau.